Ecco il quinto articolo che propone i riferimenti alla Teoria dei Sistemi per costruire una formazione sostenibile -non solo volta a operare nelle aree della sostenibilità- e una formazione che formi.
Possiamo considerarlo una “conclusione” al ciclo. Non certo all’argomento!
Gli articoli precedenti sono qui:
- “La Sistemica per la Sostenibilità” su ecologia e di complessità
- “La formazione sostenibile: primi riferimenti” alcuni parametri per una Formazione sostenibile
- “La formazione sostenibile: io riempio un bicchier d’acqua” sulla circolarità del sistema
- “La formazione sostenibile: da tre in su”
Sistema azienda e pensiero sistemico
Se l’azienda focalizza la sua attenzione solo sull’individuo, o sul risultato, o su un settore, o sul mercato, può concludere semplicemente che questo elemento funziona o non funziona, e in questo secondo caso l’individuo, il risultato, il settore, le strategie di mercato vengono modificati o sostituiti.
Se l’attenzione è rivolta alla relazione, il contesto preso in considerazione si allarga, e sul funzionamento o sul non funzionamento di quella persona, risultato, settore, strategia si possono dare altre e ulteriori spiegazioni, spesso numerose quanto le relazioni coinvolte.
Lo schema di pensiero lineare, che funziona per causa-effetto deterministica, può sembrare più semplice e soprattutto più chiaro e rapido.
Di solito serve a mantenere, se non ad accrescere, il problema di partenza, perché tralascia un’incredibile quantità di variabili: quante volte i problemi di oggi sono originati dalle soluzioni di ieri?
A queste considerazioni si collegano molte riflessioni che abbiamo proposto in questi anni nei nostri articoli: per esempio che non funziona -e in un certo senso nemmeno può esistere- una formazione esclusivamente di tipo tecnico, che la raccolta e l’analisi del bisogno formativo non si risolvono a parole e moduli, ma sono prima di tutto un’impostazione mentale, una cura attiva nel rivolgersi ai committenti, un’attenzione alla descrizione della situazione di partenza, al fatto che chi propone formazione è prima di tutto un esempio in tutto ciò che fa…
Anche chi entra in formazione è un sistema-persona: per esempio la vita personale e professionale di ciascuno di noi sono un sistema composto da due parti in interrelazione tra loro…
Il sistema delle emozioni
Tra emozioni spiacevoli ed emozioni piacevoli, siamo tutti tentati di tenerci le seconde e scacciare le prime…
Ma combattere i pensieri negativi può essere…negativo!
Le emozioni negative spesso sono l’indizio vitale che qualcosa non sta funzionando come vorremmo e che dobbiamo attivarci; ecco perché la soppressione sarebbe controproducente.
Se vogliamo uscire da situazioni difficili, non solo interne a noi o all’azienda, ma anche esterne come quelle che abbiamo affrontato negli ultimi due anni, ci occorre prendere assieme il bene e il male, per farci i conti e disintossicarci dalle brutte esperienze.
Questo porta al benessere personale, alla performance professionale e allo sviluppo delle organizzazioni.
Ecco un esempio di pensiero sistemico nella formazione e un campo operativo nel quale farlo vivere…
Una metafora per l’Organizzazione
Le metafore più diffuse per parlare di un’organizzazione sono due: la macchina e l’organismo.
- Macchina: con questa descrizione vengono privilegiati l’efficienza, i costi, la prevedibilità, la gerarchia, il rendimento; qui l’intelligenza è imposta dall’alto ed è esterna.
- Organismo: con questa descrizione vengono focalizzate adattabilità, resilienza, evoluzione, comunicazione, interfaccia con il contesto di riferimento, interconnessione; qui l’intelligenza è distribuita, diffusa e situata nell’organizzazione per la sua ecologia.
Portare intelligenza sistemica in un’organizzazione vuol dire trasformare una macchina in un organismo.
Questo secondo infatti è in grado di abbracciare la complessità attuale e la tendenza al cambiamento, che troppo spesso è volatilità e non crescita e sviluppo delle persone e delle organizzazioni.
Howard Gardner afferma che ci sono diversi tipi di intelligenza: logico-linguistica, artistica, relazionale, emotiva, motoria, musicale… tutte queste intelligenze hanno una struttura comune, e cioè la capacità di riconoscere, modificare, utilizzare e creare schemi sempre più complessi, riferiti alle interazioni tra gli elementi che compongono il sistema considerato.
Sono inoltre in grado di collegare processi interni ed esterni in una visione unificata di sviluppo.
Quelli che prima erano visti come fattori esterni diventano così parti costitutive del proprio ambito di interazione, relazioni comprese.
Risulta disfunzionale la logica della supremazia, e funzionale chi interagisce in modo flessibile e dinamico con le regole non lineari che governano il sistema.
Se il modello “macchina” è orientato al controllo, l’intelligenza sistemica cerca invece l’armonizzazione.
Ecco perché, secondo le ricerche più avanzate, la solita strategia manageriale centrata solo sull’efficienza e il contenimento dei costi è destinata a fallire, mentre diventa indispensabile allargare gli orizzonti sviluppando un nuovo paradigma di pensiero sistemico.
Perciò la leadership di un sistema non si configura più in una cornice di comando, ma di guida e di adattamento consapevole e di valorizzazione, dove i vincoli diventano anche opportunità e occasioni di rilancio continuo.
Cioè di innovazione.
Ciò implica una dirigenza dotata di un’etica ad ampio raggio, che ha chiaro il senso generale di ciò che sta facendo e un management ricco di qualità come flessibilità, creatività, consapevolezza, empatia, responsabilità.
E soprattutto passione, per poter mettere in campo tutta l’attenzione, l’intelligenza e l’energia necessarie per un’organizzazione a suo agio nel cambiamento continuo.
Questi sono i compiti e gli obiettivi che la Formazione deve progettare e i principi guida a cui si deve ispirare nel farlo.