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12 Apr

Lettera ai committenti della formazione

Lettera ai committenti della formazioneDa tre anni il sito di Federformazione ci pubblica con regolarità gli articoli, che spaziano fra differenti temi inerenti la Formazione.

Se non avete ancora avuto l’occasione di leggerli, li trovate tutti facilmente qui.

L’articolo per questo mese di aprile è un po’ anomalo, perché non si rivolge tanto agli Operatori, agli Enti e ai lettori abituali, quanto ai Committenti, che siano titolari, soci o responsabili di funzioni apicali nell’azienda in cui lavorano.


Cari Committenti,

Scegliere la formazione per il personale dell’azienda in cui lavorate è un impegno importante ed è uno degli elementi chiave per ottenere risultati utili e migliorare i rapporti con i collaboratori e il loro modo di lavorare. Questo vale anche per la formazione obbligatoria perché, all’interno di strade prescritte, le possibilità di crescita e le occasioni da cogliere restano molte.

Che lo vogliate o no, mentre scegliete vi state formando

Intanto voi, solo perché commissionate “per altri”, non siete fuori dal processo formativo, al contrario ne fate strettamente parte proprio in virtù del fatto che siete voi a scegliere e che è vostro compito e prerogativa monitorare ciò che accade all’attività formativa e ai vostri collaboratori in formazione.

Ciò non significa trasformarsi in incursori della Marina e inserirsi nel processo formativo con l’idea che solo voi sapete già a priori cosa gli altri (formatori e lavoratori) devono dire, fare e pensare.

E poi qualche momento di formazione, magari diverso e specifico, serve anche a voi… Non dite “non ho assolutamente tempo!”: la formazione serve anche a trovare tempo quando ci sembra di non averne e a farlo senza lavorare ancora di più!

La formazione è una necessità

La Formazione non è certo un costo: quanto vi pesano e quanto vi costano l’ignoranza e la mancanza di formazione dei vostri collaboratori?

Quanto rallenta i risultati un continuo turnover?

Provate a pensarci!

Non è nemmeno un semplice investimento, del quale misurare il ritorno immediatamente: un investimento con l’elastico corto, che deve subito tornare indietro e che parla di scarsa fiducia nelle persone, nella crescita e nel futuro.

Non può essere nemmeno un obbligo al quale rispondere con un adempimento formalmente ineccepibile ma vuoto di significato e di utilità.

La Formazione è una necessità.

Se tenete alla vostra azienda e la pensate sul mercato per un periodo ancora lungo con risultati soddisfacenti, la formazione vi sosterrà in questo progetto, per il quale adeguare macchinari, innovare processi, migliorare strutture non è mai sufficiente, se -per esempio- mettete le persone al servizio di un gestionale e non il contrario.

Possiamo controllare un’auto, ma non un essere umano; i risultati di un’azienda sono risultati di squadra.

Come ci insegnano i rugbisti, la vittoria passa sempre dalle mani di un compagno.

Un criterio di base per scegliere

Se consultate il web, troverete proposte formative mirabolanti e formatori che si presentano con una lunga lista di certificazioni varie.

I titoli sono sempre importanti, ma le promesse eclatanti, che risolvono ogni difficoltà e cambiano il mondo in poche ore di partecipazione facile e divertente lasciano più dubbi che risposte…

Un conto sono i “mi piace” e un altro sono i processi formativi e i risultati che si possono raggiungere.

Un primo modo per crearsi dei criteri di scelta riguarda il primo approccio con l’Ente di formazione o col personaggio famoso su Facebook e come effettua il rilievo del bisogno formativo.

Vi manda un elenco precostituito di corsi con argomenti predefiniti? O viene a visitarvi e si informa, si interessa e vi pone domande?

Vi guida (non “vi dirige”) nel definire con chiarezza le vostre aspettative o si limita a sciorinare una lista di obiettivi talmente generali che andrebbero bene per chiunque?

Avanza prima di tutto questioni economiche? Anche “è gratuito” lo è… State scegliendo la formazione per i vostri collaboratori perché è gratuita o perché è utile e importante?

Si prende cura di tutto il processo e del clima relazionale ed emotivo che si crea in ogni fase e valorizza i contributi che ciascuno apporta?

I comportamenti tenuti dai formatori in questa fase iniziale sono un concreto esempio del loro modo di pensare e della qualità del loro lavoro.

I responsabili di un Ente di formazione, che per due anni si sono riempiti la bocca di consulenze ad alto livello, in tutto quel tempo non avevano neppure scoperto che il personale operativo lavorava in tutt’altra sede rispetto a quella della direzione.

Usano continuamente il “noi”? Noi siamo, facciamo, diciamo, proponiamo. O usano di preferenza il “voi”? Voi siete interessati a, voi pensate che, vi aspettate che…

La Formazione non è un accessorio d’abbigliamento, che si può scegliere perché è “di moda” o è “innovativo” o è “avanzato”: di per sé nessuno di questi requisiti offre garanzie.

Chiedete chiarezza sulle differenze tra contenuti, metodi, obiettivi, percorsi, processi… Un metodo famoso non è valido a prescindere, non sostituisce i contenuti e le persone, non è una bacchetta magica.

Se, dopo questi incontri, voi sapete di più sulla vostra azienda di quanto ne sapevate prima, potete definire proficuo l’Ente a cui vi state affidando, perché il rilievo (prima) e l’analisi (poi) del bisogno formativo sono già un primo intervento formativo per la vostra azienda, anche se dovesse concludersi con un nulla di fatto.

Sono un ottimo banco di prova!

Cos’è “formazione”

Quando state richiedendo e scegliendo formazione per i vostri collaboratori, riflettete anche su cosa intendete con “Formazione”.

Proprio lo sviluppo tecnologico crea un gap tra la facilità d’uso di uno strumento e la cultura della persona che lo adopera.

È facile imparare a premere la sequenza di pulsanti utili a far funzionare un macchinario, ancor più facile accedere al mondo intero in pochi click.

Ma chi è, la persona che si serve di questi pochi e facili click? È in grado di gestire ciò con cui entra in contatto? Di relazionarsi con i colleghi, con i clienti, con le difficoltà, gli imprevisti e i cambiamenti che intervengono nel lavoro?

Occorre quindi lavorare con le persone, perché siano formate e non solo addestrate.

A volte poi, come perverse scatole cinesi, elementi formativi come la riflessione, la comunicazione e lo sviluppo della persona-professionista vengono a loro volta trasformati in una serie di tecnologie, che confondono lo strumento col processo, il mezzo con quel complesso di esperienze, modalità di pensiero, apprendimenti, relazioni ed emozioni che costituisce l’essere umano. E, una volta inserite in slides, filmati e programmi e-learning, vengono chiamate “formazione”.

Certo un modello di “trasmissione meccanica” è preciso, in grado di prevedere e pianificare, programmabile fin nei dettagli, comprensibile anche da quel committente che quasi nulla sa di formazione; è facile da schedulare e ridurre in pillole; questo è rassicurante, perché tiene conto solo di una porzione di realtà circoscritta e perciò limitata, che è sempre gestibile, prevedibile e adempiente.

Può piacervi e sembrarvi più utile e chiara proprio per questo, probabilmente raggiungerà anche l’obiettivo immediato che vi interessa, e contemporaneamente aprirà la strada ad altri tipi di difficoltà, per esempio di motivazione e di commitment.

La Formazione è fatta solo per chi –formatore, committente o formando che sia- è disposto a mettersi in gioco con coerenza, onestà e parità umana e, se viene scelta così, offrirà grandi risorse, ricche di umanità e di competenza.

Ci piacerebbe ricevere le vostre osservazioni e riflettere con voi!

Buon lavoro!

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