Manager di successo: le capacità relazionali
Dopo aver analizzato l’importanza delle soft skills e come riconoscere un manager di successo, con oggi concludiamo la nostra disamina parlando delle capacità relazionali che un buon manager dovrebbe possedere.
Ma cosa si intende con “empatia”?
Il manager deve possedere capacità relazionali e l’empatia è uno dei passi fondamentali per praticarle. Da sola non basta: cosa ce ne facciamo di un manager che si cala nello stesso problema dell’azienda o del collaboratore e resta lì dentro? Serve che sia capace di tenere sempre presente gli obiettivi e che proprio alla luce di questi riesca a smuovere il cliente, il collaboratore… Un po’ come fa il pompiere: sale con l’autoscala fino all’appartamento incendiato e quindi entra in empatia con la persona che teme per la propria vita, ma poi si serve della sua esperienza in più per afferrarla e portarla con sé in salvo. Non sarebbe empatico se, dal basso e al sicuro, incoraggiasse gridando “Dai! Buttati che è morbido!” e non servirebbe a nulla se, una volta vicino alle fiamme, si facesse prendere –per empatia- dallo stesso panico che prova colui che deve essere salvato.
Le competenze relazionali e personali sono quindi un insieme di capacità flessibili, che consentono la costruzione di una relazione facilitante in ogni situazione. Non è indispensabile che ci sia feeling per poterle mettere in campo ma non è neppure possibile fingerle. Ogni comportamento è comunicazione e anche i tentativi di finzione sono comportamenti, quindi sono percepiti dagli interlocutori, anche da quelli più ingenui.
Si tratta di competenze che in parte ciascuno di noi possiede già, ma che di solito non sono ben organizzate o sufficienti in situazioni di maggiore complessità o difficoltà. Ecco un campo elettivo per la Formazione, poiché qui non si può né semplificare dando per scontato, né improvvisare né affidarci alla buona volontà. Una buona relazione si può costruire, se ci interessa, e le competenze relazionali si possono acquisire fino a un grado elevato di fluidità, se vogliamo diventare il professionista che desideriamo essere.
Così potremo fare la differenza in tutte le situazioni in cui sia coinvolta almeno un’altra persona, compresi noi stessi.
Spesso si riassume tutto questo nel termine “responsabilità” o magari “empowerment”. Ma secondo noi sarebbe forse più adatto il termine “generosità”, nelle relazioni con gli altri e con noi stessi, nell’ampiezza di vedute, nell’integrazione di idee e persone, nella capacità di fare fini distinzioni, nella riflessione e nella capacità di progettare, di sciogliere nodi e di esplorare ostacoli e opportunità; nell’ascoltare e regalare ad altri un po’ del nostro tempo e delle nostre idee, che possono crescere diventando le loro…
Vogliamo pensare a un manager professionista & persona, un manager ricco e generoso.
Articolo a cura di Vincenzo Palma e Ileana Moretti