Questo terzo articolo conclude il nuovo ciclo, che vi abbiamo proposto per riflettere sulle caratteristiche e le competenze del Formatore, professione che con gli anni da un lato si è venuta sempre più arricchendo e dall’altro troppe volte improvvisando.
Il primo “Il profilo del Formatore: un quadro generale” e il secondo “Il profilo del Formatore: caratteristiche e skills” li trovate qui.
Noi partiamo dal Formatore
Se è frequente l’uso di quadri regionali come riferimento per descrivere competenze da traguardare per chi entra in formazione, molto più raro è che si rifletta e si crei un quadro per le competenze del Formatore.
Ci sono, in effetti, associazioni che certificano autonomamente i “loro” formatori, ma -considerate poi le pratiche effettive e i comportamenti osservati- i dubbi che ci sia più apparenza che sostanza rimangono sempre.
Essere competenti in qualcosa è il risultato di un mix molto speciale nel quale la conoscenza, la pratica, il pensiero, l’atteggiamento e la passione si mescolano e si influenzano reciprocamente.
Nel definire, osservare e misurare le competenze di un Formatore è fin troppo facile cadere nell’opinione personale, nell’impressione, nel lasciarsi trascinare da mode, aspettative ed emozioni o nell’accontentarsi di qualche misurazione numerica, pensando che questo la renda “oggettiva”.
Il comportamento resta il nodo centrale del processo di osservazione.
Noi possiamo conoscere e capire come è strutturata una competenza e cosa un Formatore sa, sa fare, pensare ed evolversi solo attraverso i comportamenti agiti.
Un gruppo di questi comportamenti diventa descrittivo di un’abilità, quella di progettare, o di gestire dati, o di fare consulenza e interagire con i committenti, o di concretizzare l’azione formativa con i fruitori. E può far parte di una competenza, quella di occuparsi di formazione con professionalità.
Per creare un quadro di parametri
Come funziona questa osservazione? Qualunque competenza si regge su un mix di differenti abilità.
Qualunque abilità si esprime tramite matrici di comportamenti efficaci.
Poiché i comportamenti sono concretamente osservabili, non si basa su sensazioni, giudizi o valutazioni soggettive, ma ha una capacità di descrizione tecnica sperimentale molto elevata; la questione principale riguarda la formulazione dei vari item: se sono troppo generici, se lasciano troppo spazio all’interpretazione invece di descrivere, il risultato sarà scarno e non potrà tenere conto adeguatamente della qualità del Formatore e del suo lavoro.
Per realizzare una misurazione, ci si basa sull’osservazione della frequenza di questi comportamenti, che -ripetuta e inserita in una scala di valutazione- consente di misurare nel tempo come cambiano i comportamenti e di conseguenza quanto è posseduta o si sta sviluppando una determinata abilità; il suo “possesso” è sempre dinamico e in divenire.
Meglio se queste osservazioni vengono eseguite a tutto tondo, proponendole quindi contemporaneamente al Formatore/collaboratore come forma di autovalutazione, poi a qualche collega, ai destinatari della formazione, a committenti, referenti e titolari; questa scelta consentirà di ottenere un profilo completo delle abilità prese in considerazione e costituirà un punto di partenza utile per miglioramenti e interventi formativi interni ed esterni.
Poiché le schede vengono compilate ad hoc, sono in grado di supportare la descrizione e la misurazione di una grande varietà di competenze desiderabili, compresi quegli aspetti che trasformano un’abilità in una competenza e che –per la loro stessa qualità- sembrano spesso meno facilmente descrivibili e misurabili, anche quando manifestano effetti concreti.
Quelli che seguono sono puramente esempi: gli scopi e gli intenti guideranno la scelta.
Ecco qualche esempio
Possiamo stabilire un set di descrizioni relative ad alcuni aspetti di base, chiedendoci e osservando se un Formatore:
- Attiva tutte le sue risorse intellettuali, ha un atteggiamento di fondo volto al miglioramento personale e professionale e allo sviluppo delle proprie competenze
- È in grado e disponibile a condividere col gruppo e i collaboratori informazioni e procedure che facilitino il raggiungimento degli scopi dell’attività
- È in grado di accorgersi delle dinamiche relazionali in atto, avendone una visione globale, sia all’interno dell’Ente, sia presso il committente o i destinatari
- È in grado di formulare correttamente gli obiettivi e di mantenerli attivi in ogni situazione e fase, variando i mezzi per mantenere gli scopi
- È in grado di individuare e instaurare in sé gli stati emotivi e gli atteggiamenti adatti a condurre l’insieme degli atti formativi fino alla loro conclusione
Possiamo stabilire un set di descrizioni relative all’intervento con i destinatari, chiedendoci e osservando se un Formatore:
- È in grado di gestire dinamiche di apprendimento, senza ridursi a mere prescrizioni
- È in grado di valorizzare, sviluppare, integrare differenti idee espresse dal gruppo, piuttosto che appoggiare una singola idea, con il rischio di dividere il gruppo stesso
- Fornisce contributi fruibili dal gruppo specifico a cui si rivolge di volta in volta
- Si pone al servizio dell’apprendimento e dell’esperienza dei fruitori (in aula, come coach, come consulente o come collega all’interno dell’Ente), più che mostrare la sua bravura rimarcando la distanza tra se stesso e gli altri
- Tiene sempre separato il proprio modello del mondo da quello degli altri, a cui risponde in maniera congruente
- È in grado di fornire un feedback nei vari step e a differenti persone, seguendo i criteri di un feedback correttamente formulato e costruttivo; richiede feedback a sua volta
Possiamo stabilire un set di descrizioni relative alle relazioni con Committenti e Clienti, chiedendoci e osservando se un Formatore:
- Interagisce come consulente, per esempio mappando con cura la situazione organizzativa esistente presso il Cliente
- In situazioni di instabilità, riesce a riorientare il proprio lavoro in breve tempo
- È capace di creare un’atmosfera utile allo scambio dei contributi reciproci
- È propenso e capace di utilizzare e sviluppare le risorse degli altri (colleghi, clienti, corsisti)
- Ha spirito organizzativo, ed è in grado di tenere sempre presenti gli obiettivi generali e specifici del lavoro di cui è responsabile
- È capace di ridurre le tensioni, utilizzando il senso dell’umorismo, la guida, il sostegno emotivo, la riconduzione agli obiettivi e alla relazione, senza intromettersi oltre i limiti della professione e senza tenersi distaccatamente estraneo.
Da questi esempi si comprende come l’idea di un paniere di osservazioni sia assai semplice, mentre la creazione effettiva è meno facile di ciò che sembra: ogni item deve essere descrittivo, privo di presupposti, di tentativi di giudizio o di buonismo, coerente agli obiettivi e il più possibile privo di illazioni nel considerare uno specifico comportamento come realmente descrittivo di quella abilità.
Occorre ottenere maggiore chiarezza nella complessità e meno approssimazione o improvvisazione, di cui non ci si può assolutamente accontentare, pena la svalutazione degli operatori e della Formazione.
Federformazione può diventare il punto di riferimento per la descrizione di una Professionalità del Formatore completa e rotonda!
Questo è ciò che le/ci auguriamo e per il quale ci rendiamo disponibili.