È finalmente stato approvato e pubblicato il testo definitivo del decreto per il riordino delle politiche del lavoro.
La lettura della prima stesura, nel mese di giugno, aveva suscitato non poche perplessità, ed anche da parte nostra, come Associazione di categoria per gli enti di formazione, abbiamo sentito il bisogno di rendere note le criticità rilevate, proponendo alternative e suggerimenti.
La versione definitiva del decreto rivela dei cambiamenti significativi, soprattutto in riferimento alle parti che dedicate alla formazione professionale ed ai fondi interprofessionali.
Entrando nel merito tecnico della questione, l’articolo 15 è stato radicalmente modificato, epurandolo dei contenuti che riguardavano il completo assoggettamento dei fondi interprofessionale alla sovrastruttura dell’ANPAL.
Le nostre perplessità
La nostra perplessità iniziale rispetto ad un tale provvedimento era legata al pericolo di snaturare uno strumento, come quello dei fondi, che ha dimostrato negli anni di funzionare e crescere, e soprattutto di saper, più dei finanziamenti pubblici, di saper dialogare con le imprese, e rispondere ai bisogni specifici del mercato privato.
La soluzione derivante dalla stesura definitiva del decreto ci sembra, ad una prima lettura, assolutamente funzionale ed efficace: i Fondi Interprofessionali parteciperanno insieme a Regioni, Province Autonome, ISFOL, e i Ministeri competenti, sotto il coordinamento dell’ANPAL a definire le modalità e le procedure per la creazione di un flusso di informazioni relativamente alle attività di formazione professionale dei cittadini italiani, che concorrerà a comporre il fascicolo elettronico del cittadino.
Tale fascicolo rappresenterà il risultato finale di un sistema informativo unitario per le politiche del lavoro, e racchiuderà tutte le informazioni relative al singolo cittadino a 360° per tutto quello che riguarda la sua vita professionale e la sua partecipazione alle politiche del lavoro nazionali.
Un altro punto su cui avevamo manifestato grandi dubbi riguardava l’albo nazionale dei soggetti accreditati per i servizi formativi. Inizialmente era parso che, assimilando i Fondi Interprofessionali alle linee di finanziamento di natura pubblica, anche alle risorse di questi ultimi avrebbero potuto accedere unicamente i soggetti accreditati, escludendo dal mercato tutte le piccole agenzie e società specializzate, che in questi anni hanno animato e contribuito a rendere così efficiente l’attività dei fondi.
Conclusioni
Con l’ultima stesura, invece, si evince abbastanza chiaramente la volontà di mantenere la natura “altra” dei Fondi interprofessionali, escludendoli dall’alveo esclusivo dei soggetti accreditati. Tale interpretazione, tuttavia, va in conflitto con la sentenza del Consiglio di Stato di ieri, che decreta senza mezzi termini la natura pubblicistica dei fondi interprofessionali.
Ci sarà da capire, ora, come i due documenti, pubblicati praticamente in contemporanea, potranno convivere, e quali saranno le ripercussioni sull’attività dei Fondi.
In tutto questo scenario, l’ANPAL, da parte sua, manterrà compiti di indirizzo generale e vigilanza sull’attività dei Fondi Interprofessionali, a garanzia di un operato e procedure inattaccabili.
Davide Resmini
Responsabile comunicazione esterna Federformazione