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La formazione è apprendimento

La formazione è apprendimento

La formazione è apprendimentoApriamo un nuovo ciclo di articoli, incentrato sull’apprendimento, perché sono i processi di apprendimento che devono guidare ogni passo della Formazione.

Esperienza e Apprendimento

Apprendere è più che imparare un concetto, una serie di informazioni, una procedura, un comportamento da mettere in atto. Intanto tutta l’esperienza che abbiamo accumulato è il risultato dell’apprendimento che abbiamo fatto negli anni, sia quello consapevole (risultato di un corso, uno studio) sia quello inconsapevole (risultato dell’aver archiviato nel nostro data base mentale in un certo modo un determinato accadimento).

Da ciò deriva

1. Il fatto che lavorare sull’apprendimento comporta e significa lavorare sempre e comunque con l’esperienza che i fruitori della Formazione hanno accumulato e soprattutto sulle modalità e i criteri con cui l’hanno archiviata. Ecco perché Stati emotivi, Convinzioni, Valori, Motivazione, Strategie macro e micro, Obiettivi, Posizioni percettive, Modelli appresi e di apprendimento, Scenari, Ruoli e Sistema Identitario sono il corredo minimo implicato nell’apprendimento. Elementi che l’ultimo anello della catena formativa -che sia consulente, docente, coach, trainer, guru o altro- deve conoscere per poter interagire. Ma che -in qualche misura- devono conoscere anche tutti quelli che costituiscono i precedenti anelli della catena.

2. Il fatto che termini come “esperienziale” e “concreto”, che tanto spesso puntualizzano le metodologie prescelte o tentano di qualificare una proposta o un piano formativo, risultino di fatto ridondanti.
L’apprendimento è sempre esperienziale e concreto! Teoria e pratica sono scindibili puramente in sede di analisi, ma nella realtà dell’apprendimento sono intrecciate strettamente, coinvolte, compresenti, non separabili e spesso non distinguibili. Anche se annunciamo la formula del perossido di idrogeno, il teorema di Pitagora, il significato di “chiasmo” o le linee principali dell’idealismo kantiano. È sempre la nostra esperienza che viene coinvolta, chiamata in causa per “capire” e “assimilare”. Che poi quanto appreso venga utilizzato e praticato, dipende dalla persona (e qui torniamo agli elementi sottolineati nel punto 1) e non da quanto sia “concreto” il tema in sé!!!

Inoltre essere abili in qualcosa è sempre il risultato di un mix molto speciale nel quale la pratica, il pensiero e la passione si mescolano e si influenzano reciprocamente.

A collegare “imparare” e “agire” entrano in gioco elementi di feedback e ricorsività che coinvolgono imparare e agire in contemporanea in ogni momento del processo e che ci portano ad agire da ciò che impariamo e a imparare da ciò che agiamo, con buona pace di coloro che ancora credono che teoria e pratica siano opposte e che sia possibile un apprendimento teorico (molto meno utile) distinto e diverso da un apprendimento esperienziale, pratico e concreto (molto più utile).

Agire senza pensare e pensare senza agire, con il risultato finale di relegare i processi formativi a formalizzazioni astratte e irrimediabilmente distanti dalla realtà di apprendimento delle persone.

Formazione come processo di apprendimento

Enti e Aziende deputate alla Formazione hanno, nel tempo, sempre più parcellizzato e specializzato una serie di funzioni, dalla lettura dei bandi, al reperimento dei fondi, alla progettazione, ai contatti con committenti e fruitori… La necessità di conoscenze approfondite in ciascuna di queste fasi ne è stata il motore.

Se questa suddivisione è funzionale all’attività, occorre sottolineare due aspetti fondamentali:

1. Il processo formativo è unico, quindi nessuna funzione può operare come se fosse l’unica o la più importante. Non può operare nemmeno con un “formale” o “tiepido” accordo e confronto con le altre: occorre una vera e stretta collaborazione!

2. Il filo conduttore al quale ogni parte e funzione dell’attività formativa deve attenersi e deve ispirarsi è costituito proprio dall’apprendimento, anche per quelle funzioni che possono sembrare distanti e non coinvolte da questa necessità.

La conoscenza dei processi di apprendimento infatti deve essere appannaggio di tutte le fasi e di tutte le funzioni legate ai percorsi formativi e non solo -come troppo spesso accade e se accade- demandata al docente di turno, perché tanto è lui che sta in aula o è lui che sta all’altro capo del pc durante un’attività on line.

Spesso la conoscenza dei processi di apprendimento non va oltre l’attenzione ai “contenuti da erogare” (già l’utilizzo di questi termini dovrebbe farvi scattare un migliaio di campanelli d’allarme, perché evoca uno scenario che di formativo ha ben poco!).

Il docente si concentra su quelli, mentre relazione e apprendimento non sono considerati componenti così necessarie. Al massimo una generica disposizione al contatto umano e disponibilità verso gli interessi dei fruitori, se si tratta di attività in presenza; di un buon utilizzo delle possibilità fornite dalla digitalizzazione, se si tratta di attività a distanza.

Quanto ai coach, l’attenzione è rivolta principalmente alla prescrizione di comportamenti e operazioni e al relativo allenamento. E a volte, se questo non basta, qualche momento di introspezione psicologica può sempre essere messo in campo.

Formazione e apprendimento

Mai come in questo periodo, a causa delle necessità di distanziamento e protezione, vengono usate, proposte e promosse le tecnologie per la comunicazione e la formazione: tra DAD e Formazione ON LINE vengono messe a frutto -più o meno bene- le tecnologie e vengono approfondite -più o meno accuratamente- le possibilità di utilizzo e gli impieghi.

E poi si prendono dei contenuti e li si inseriscono nel meccanismo.

Strumenti utili e passaggi necessari, peccato che in questa corsa e rincorsa ciò che viene dimenticato, taciuto, banalizzato, trascurato sia proprio l’apprendimento.

Questa forma di trascuratezza non è certo imputabile alle tecnologie, rispetto alle quali è precedente: l’idea sottesa è “se io passo una serie di informazioni utilizzando al meglio gli strumenti tecnologici disponibili, la mia parte è fatta e il resto segue” … laddove il resto è -come minimo- tutto quel mondo legato alla conoscenza dei processi di apprendimento.

Solo che se non c’è apprendimento, non c’è insegnamento! E non c’è Formazione

Due parametri per l’Apprendimento

In tutto il processo formativo occorre quindi entrare nell’anima profonda dei dispositivi di apprendimento.

Ed è a questo tema che dedicheremo i prossimi articoli.

A fare da cornice a questa esplorazione terremo una formazione che forma: non un semplice aggiornamento inseguito di corsa e con la speranza che sia risolutivamente taumaturgico; e la sostenibilità, che non è un pensiero puramente ecologico, ma richiede un’esplorazione e una messa in gioco contemporaneamente della mentalità di chi forma e di chi si forma, per comprendere un modello del mondo ricco, flessibile e inclusivo.

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