Il blog di Federformazione

21 Gen

Patto per il lavoro: serve più flessibilità in entrata

Nel decreto del Reddito di cittadinanza si cita il patto per la formazione come elemento di politica attiva per l’inserimento sociale e occupazionale. Questo riconoscimento ci fa sicuramente piacere, gli enti di formazione sono da sempre operatori delle politiche del lavoro, e costituiscono una infrastruttura capillare nel territorio in grado di dare gambe a politiche di inclusione sociale e lavorativa.

Occorre però non confondere le politiche di riduzione della disuguaglianza con le politiche per l’inserimento o il reinserimento lavorativo. In questo senso ed in pieno spirito collaborativo ci permettiamo di suggerire al Governo che per rendere efficaci i percorsi di inserimento lavorativo occorre poter disporre di una certa dose di flessibilità in entrata: difficile immaginare che le aziende assumano persone che usufruiscono dell’assegno di reddito di cittadinanza solo a tempo indeterminato.

Una deroga in tale senso potrebbe agevolare percorsi di inclusione e di reinserimento occupazionale, salvando il principio caro al Governo per cui il lavoro non deve essere precario. Per favorire occupazione occorre confrontarsi con il mercato del lavoro reale, che segue dinamiche proprie in un contesto sempre più globale e competitivo.

Data l’ambizione della misura varata dal governo e data la situazione economica del paese tutt’altro che positiva, siamo convinti della necessità di momenti istituzionali e periodici di confronto tra gli operatori e tra gli operatori e le istituzioni per dare contributi e concretezza alle misure di contrasto alla povertà volute dal Governo, nell’ottica della leale cooperazione tra i soggetti pubblici e privati coinvolti.

Diego Castagno, Presidente Federformazione

Articoli correlati

Lascia un commento