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22 Mag

Appello Federformazione: “Rilancio” immediato della formazione professionale

Con il presente appello, Federformazione, Federazione Italiana degli Enti di Formazione e di Orientamento, riportando le riflessioni, le esigenze e le necessità dei più strutturati e accreditati organismi formativi che operano in Italia nel settore della formazione professionale continua e permanente, intende sollecitare il Governo, le forze politiche, le parti sociali e tutti gli attori istituzionali e privati facendosi portavoce di misure e iniziative che semplifichino, velocizzino e supportino concretamente la ripartenza del settore.

Il testo del cosiddetto Decreto Rilancio, pubblicato il 19 maggio, assegna un ruolo assolutamente marginale alla formazione professionale nella costruzione delle politiche economiche ed industriali.

L’unico provvedimento che si rintraccia nel testo del decreto è l’art. 94, per mezzo del quale si istituisce un “Fondo Nuove Competenze” affidato all’ANPAL con una dotazione massima di 230 milioni di euro.
L’istituzione di un nuovo Fondo, la cui operatività è ancora tutta da stabilire, che preveda la partecipazione delle Regioni e dei Fondi Interprofessionali e, di conseguenza, una lunga trafila di incontri negoziali e adempimenti burocratici e organizzativi, non depone a favore di un immediato e snello utilizzo delle risorse.

Il modo in cui è concepito tale Fondo – uno scambio tra ore di lavoro e ore di formazione – attesta palesemente che nasce come misura di politica passiva del lavoro e non quale strumento che serva a favorire la realizzazione di processi di formazione innovativi, che aiuti lavoratori e imprese a sviluppare skills tecniche, digitali e soft, quelle leve oggi davvero essenziali per permettere alle imprese di adattarsi ai nuovi scenari che l’emergenza ha delineato. Appare, difatti, sempre più evidente e confermato dalla letteratura scientifica e dal pubblico dibattito sul tema, la necessità di investire sui processi di ri-professionalizzazione e formazione della forza lavoro in diretta connessione con i fenomeni di ri-asseto delle strutture organizzative, di ri-definizione dei ruoli manageriali, di diffusione di pratiche di smart-working, di coinvolgimento nel mondo del lavoro di larghe rappresentanze delle cosiddette “fasce deboli” (immigrati, part-timer, donne, ecc.). Eppure, ad oggi, non sono stati approntati strumenti, risorse e soluzioni politiche concrete e di immediata applicabilità per consentire effettivamente agli operatori del settore di guidare questa delicata e decisiva fase di trasformazione del sistema economico italiano.

Il DPCM 17 maggio 2020 continua a prevedere, acriticamente, la sospensione delle attività formative in presenza, discriminando fortemente il settore rispetto a tutti gli altri che, con le dovute accortezze, possono riprendere le attività.

Neppure la Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome nel documento “Nuovo coronavirus SARS-CoV-2 Linee di indirizzo per la riapertura delle Attività Economiche, Produttive e Ricreative” accenna ad alcun riferimento al settore della formazione continua e professionale, non considerandolo, evidentemente, un ambito prioritario su cui intervenire per accelerare la fase di ripartenza, lasciando gli operatori in un limbo operativo che sta mettendo in ginocchio migliaia di imprenditori e lavoratori.

In risposta a ciò, Federformazione chiede supporto e sostegno nel promuovere proposte concrete e di veloce applicazione per sostenere effettivamente ed efficacemente la ripartenza delle attività formative:

  • autorizzare la ripresa delle attività di formazione professionale  e continua in presenza ed in aula, in tutto il territorio nazionale, ovviamente a condizione che vi sia un’organizzazione degli spazi e del lavoro tale da ridurre al massimo il rischio di prossimità e di aggregazione, attraverso l’adozione di misure organizzative di prevenzione e protezione secondo il “Documento tecnico sulla possibile rimodulazione delle misure di contenimento del contagio da SARS-CoV-2 nei luoghi di lavoro e strategie di prevenzione” pubblicato dall’INAIL ed i protocolli anti Covid condivisi tra Governo, parti sociali e Regioni;
  • gestire la dotazione di 230 milioni di euro del “Fondo Nuove Competenze” tramite assegnazione diretta ai Fondi Interprofessionali, soggetti che hanno dato negli ultimi anni dimostrazione della capacità di intervenire in maniera puntuale e rapida, in stretto raccordo con le parti sociali maggiormente rappresentative, per poter cogliere e soddisfare le esigenze delle aziende e dei lavoratori, dando prova di efficienza anche quando è stato a loro permesso di operare nelle situazioni di crisi aziendale per il sostegno all’occupazione;
  • garantire il regolare conferimento da parte dell’INPS del contributo dello 0.30% ai Fondi Interprofessionali, la più utile e immediata fonte per sostenere le attività di formazione dei lavoratori;
  • adoperarsi per escludere i contributi per la formazione professionale dal novero della normativa relativa agli Aiuti di Stato, fatto questo che rende difficoltoso l’accesso a queste opportunità per la maggior parte delle imprese;
  • intervenire, nel frattempo, con misure in deroga agli Aiuti di Stato al fine di permettere alle imprese di fruire della formazione finanziata in quanto, in questo momento di attivazione della cassa integrazione, impossibilitate a sostenere la quota di cofinanziamento ove previsto;

Fiduciosi di trovare ascolto attivo e attento, ci rendiamo subito disponibili nel cooperare per l’individuazione delle soluzioni più efficaci e utili per gli operatori del settore della formazione e per il sistema imprenditoriale da essi supportato.

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