La storia delle specie viventi è fatta di mutamenti ed adattamenti all’ambiente. Negli ultimi decenni abbiamo assistito ad un cambio di paradigma che ha sepolto le nostre competenze di base: leggere, scrivere e fare di conto. Oggi, nella società dell’informazione, queste competenze non sono più la base, ma le fondamenta nascoste e necessarie per costruire altre competenze, che vanno acquisite per sopravvivere. Per adattarsi all’ambiente che è mutato.
Di quali nuove competenze abbiamo bisogno?
In un’ottica che cerca di promuovere la partecipazione attiva dei cittadini nella società, le competenze digitali riguardano la conoscenza e l’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC), la capacità di cercare le informazioni attraverso queste tecnologie, la capacità di valutare le informazioni raccolte e le loro fonti per farne un uso consapevole ed etico.
I nuovi media e gli strumenti informatici pervadono le nostre vite in tutti gli ambiti. Sapersi destreggiare nella propria vita digitale permette una partecipazione attiva e una maggiore inclusione sociale anche delle fasce di popolazione più svantaggiate.
È importante sottolineare l’elemento di difesa personale dalle minacce della rete, dalle fake news ai vari tipi di attacchi informatici, il phishing e le altre truffe nelle quali possiamo incorrere in rete. Situazioni che si possono prevenire e contrastare solo con una buona padronanza degli strumenti digitali e una consapevolezza della loro potenza.
Al momento, gli interventi formativi mirati sono proposti prevalentemente in ambito extracurriculare, ma esistono alcune iniziative volte a promuovere un’integrazione di questi argomenti all’interno delle materie curriculari. Si è conclusa da poco a Firenze, per esempio, Didacta, fiera dedicata al mondo della scuola con una forte impronta innovativa e digitale.
Il maggiore problema nel trasferimento delle competenze digitali è la distribuzione a macchia di leopardo nella popolazione attuale: non abbiamo una generazione interamente “colta” e una interamente “da coltivare”, come succede per l’alfabetizzazione o la matematica elementare. Sono necessari interventi formativi sia verso gli adulti che verso le nuove generazioni, sia per il mondo del lavoro che per le nostre vite quotidiane.
Gli incentivi per le imprese
Dal lato imprese invece continuano gli incentivi ministeriali a favore della trasformazione digitale in continuità con il Piano Nazionale Impresa 4.0, ex Industria 4.0. Nell’ultima bozza della Legge di Bilancio, pubblicata dal Corriere della sera il 29 Ottobre 2018 è previsto anche il “Voucher manager”. Il contributo è a fondo perduto, fino a 40 mila euro, dedicato alle PMI per servizi di consulenze specialistiche in trasformazione tecnologica e digitale.
La rimodulazione di fondi è già iniziata e le aree strategiche disegnate per un’Italia 4.0 sono l’Intelligenza Artificiale, la Blockchain e l’Internet of Things. In attesa dell’approvazione o di successive modifiche si nota che alcune novità riguardano per esempio il fondo per accrescere la competitività e la produttività del sistema economico con un piano triennale di investimento e la dotazione al “Fondo di sostegno ai Fondi di Venture Capital” ed altri. Sono previsti incentivi anche per le imprese che l’innovazione, compreso l’accesso ai mercati finanziari, l’affrontano in rete.
Alessandra Conta
Freelance