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21 Apr

La Lombardia non è il Far West della sicurezza.

Leggiamo sul IlFattoQuotidiano.it del 20 aprile un articolo in cui si denuncia, a seguito di una intervista alla responsabile di settore dell’Agenzia di Tutela della Salute di Milano, la presenza di illeciti in materia di formazione sulla sicurezza sul lavoro nel territorio milanese.

I toni utilizzati dall’articolista sembrano tratteggiare una diffusa situazione di illegalità, paragonando gli operatori della formazione ai pistoleri e tagliagole che infestavano i territori selvaggi ai tempi dei pionieri americani, definendo senza mezzi termini “Far West” il settore della formazione in materia di sicurezza.

Senza voler negare la presenza anche sul territorio lombardo di operatori che pongono in essere comportamenti scorretti o illegali, in un settore particolarmente delicato e socialmente rilevante in quanto direttamente connesso alla salute dei lavoratori, vogliamo fermamente prendere le distanze da questo tipo di giornalismo che, in modo semplicistico e incurante delle conseguenze,  getta discredito su una miriade di professionisti, enti di formazione e strutture sindacali, che operano con elevati standard di professionalità e competenza.

La materia di cui si sta disputando è, per sua natura, molto delicata, avendo direttamente a che fare con la salute e il benessere sui luoghi di lavoro, ed implica una serie di normative che hanno rilevanza penale per chi non le rispetta. Per questi motivi avremmo preferito un articolo dai toni diversi, che prendesse in esame la questione con piglio severo ma costruttivo, certamente analitico, e non pervaso di allarmismo un po’ populista.

In quanto rappresentanti di un nutrito gruppo di enti di formazione che operano, in buona parte, anche nel settore della sicurezza, possiamo testimoniare che, accanto ai “pirati”, esiste una solida platea di enti che trattano la materia con la serietà e la competenza necessarie, e che meritano rispetto in termini etici e professionali.

La nostra associazione, da sempre, si batte per garantire standard di qualità sempre più elevati da parte degli operatori, ed il più rigoroso rispetto delle regole che, dobbiamo amaramente constatare, in questo campo non sono sempre chiare e coerenti, e quindi prestano il fianco a tentativi di forzatura da parte di chi intende agire con pochi scrupoli.

Riteniamo che quello seguito dal quotidiano online non sia il metodo migliore per garantire i lavoratori e le imprese sulla professionalità degli operatori della sicurezza.

È sacrosanto il diritto di effettuare inchieste, e informare sui conseguenti illeciti riscontrati, ma serve maggiore moderazione nei toni, per evitare di colpire indiscriminatamente una intera categoria di operatori, e infangare così anche chi opera nel giusto, e combatte ogni giorno in un mare di squali.

Piuttosto, quali rappresentanti degli enti di formazione, ci poniamo attivamente quali interlocutori competenti per tutte le istituzioni e gli organismi che ritengano opportuno e necessario intervenire con azioni positive e costruttive, al fine di evitare il perseverare di tali deprecabili fatti, ed elevare la professionalità degli operatori di settore.

Se abbiamo imparato qualcosa dalle novelle sul vecchio west, è che non si ottiene giustizia contro i pistoleri, facendo gli sceriffi senza giurisdizione.

 

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