Federformazione compie 8 anni e rappresenta oggi l’unico soggetto che si pone l’obiettivo di rappresentare gli interessi degli enti di formazione e orientamento e dei soggetti che operano nel sistema della formazione.
La sua attività si basa sull’esclusivo autofinanziamento dei soci, questo garantisce autonomia e indipendenza in un dialogo con le istituzioni attento alle priorità di tutti i soggetti coinvolti in un settore sempre più strategico per la crescita e la competitività del sistema Paese, secondo un approccio rispettoso della complessità del sistema. Oggi tuttavia occorre intensificare le nostre attività a partire dalla promozione di iniziative di sensibilizzazione sui nostri temi, ripensando l’intero sistema della formazione in Italia e favorendo nuove contaminazioni con il mondo della scuola. dell’istruzione e del lavoro.
Il reddito di cittadinanza, cantiere ad oggi ancora in fase di progettazione, si preannuncia per certi aspetti denso di conseguenze per chi opera nel mondo del mercato del lavoro e della formazione.
Il decreto dignità voluto dal Ministro Di Maio ha limitato l’impiego dei contratti a tempo e in somministrazione, generando nuove tensioni nel sistema delle Agenzie per il lavoro. Il nuovo scenario che si preannuncia con il reddito di cittadinanza coinvolge invece anche chi opera nella formazione.
Il reddito di cittadinanza prevede percorsi di formazione e di inclusione nel mondo del lavoro che saranno gestiti a livello regionale secondo schemi di cooperazione sussidiaria tra pubblico e privato. Saranno potenziati i centri per l’impiego e valorizzati i soggetti ad oggi coordinati dall’ANPAL, l’Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro.
Tale nuovo schema coinvolge sia i fondi interprofessionali, che nelle intenzioni del governo dovrebbero occuparsi di favorire percorsi formativi dei soggettivi da reinserire nel mercato del lavoro, sia gli enti di formazione accreditati, coinvolti, all’interno del progetto governativo, nell’erogazione della formazione in supporto ai centri per l’impiego.
La questione delle risorse rappresenta una incognita che potrebbe rivelarsi decisiva. Il trasferimento di parte delle risorse destinata alla formazione degli occupati a progetti formativi rivolti ai disoccupati potrebbe indebolire un sistema che già oggi appare insufficiente nelle risorse messe a disposizione.
Sui fondi interprofessionali inoltre si concentra una rinnovata attenzione da parte del legislatore. La normativa in materia appare spesso carente, in particolare nel controllo e nella valutazione dell’impatto. Spesso i criteri sono limitati al controllo delle procedure burocratiche e poco orientate alla reale efficacia dello strumento su imprese e lavoratori.
Un recente articolo de “Il Fatto Quotidiano” mette in luce una carenza nelle procedure “autorizzatorie” e di controllo in materia di fondi interprofessionali, e più in generale, su una parte dell’intero impianto del sistema dei Fondi.
Si rende probabilmente necessaria, per uno strumento nato qualche anno fa, una manutenzione straordinaria sulla base dei nuovi scenari che emergono in un contesto di economia della conoscenza e di trasformazioni dei processi produttivi e culturali legati alla digitalizzazione.
Dal punto di vista degli enti di formazione e dell’intero ecosistema degli operatori sembra giunto il momento di ripensare un sistema che ha visto da sempre enti ed operatori protagonisti troppo spesso solo passivi di fronte alle modifiche che si sono succedute in questi anni.
Le agenzie e i formatori sono l’ultimo miglio del sistema, e sono parte di una infrastruttura preziosa per qualunque Amministrazione che voglia connettere politiche di sviluppo e territorio, ma non hanno mai avuto voce in capitolo nei tavoli dove si sono decise le politiche su formazione e lavoro.
É invece arrivato il momento di partecipare al confronto in atto, non tanto per difendere posizioni o rendite che di fatto non esistono ma per offrire il proprio contributo di chi vive il territorio e ha rapporti reali con il mondo delle imprese e dei lavoratori. Per farlo occorre partecipare e organizzare le proprie ragioni.
Martedì 18 Dicembre a Civita Castellana la nostra Associazione presenta alcune proposte e discute sulle possibili evoluzioni della formazione nel nostro Paese alla luce dei cambiamenti in atto. Viene inoltre presentato un programma di conferenze nelle principali città italiane organizzate insieme ad alcuni atenei, Agenzie di formazione e imprese. Nel frattempo continua e si intensifica l’attività di dialogo e confronto con le istituzioni.
Chiediamo quindi a tutti quanti che operano nel sistema della formazione e riconoscano l’utilità di un lavoro di rappresentanza costruttivo di sostenerci con idee e contributi, ciascuno secondo le proprie possibilità.