In Italia sia stima che ci siano più di due milioni di freelance. Non esistono numeri precisi né si sa con precisione chi siano e cosa facciano i lavoratori autonomi nel nostro paese. Per capire meglio cosa succede in un mondo magmatico e decisamente in crescita l’Associazione dei consulenti del terziario avanzato ha condotto una ricerca su un campione di 900 freelance, all’interno di un progetto europeo dal titolo I-WIRE. Tra i dati presentati a Roma ieri alla Camera dei Deputati emerge che l’81% degli intervistati ha una laurea e il 75% è contento di essere un lavoratore autonomo. Le caratteristiche più apprezzate del lavoro indipendente sono l’autonomia e la possibilità di conciliare vita lavorativa e vita privata svolgendo la professione che più piace. La nota dolente è il livello di reddito conseguito con il proprio lavoro.
Interessante anche il numero di quanti svolgono più di un’attività lavorativa, i cosiddetti slash worker, termine coniato per indicare chi svolge più di una professione, l’85%, dato da porre in relazione al compenso medio, in genere molto basso: la maggior parte dei freelance ha un reddito annuale lordo inferiore ai 30.000 €.
La ricerca europea “I-WIRE Independent Workers and Industrial Relations in Europe”, di cui ACTA fa parte è la prima indagine condotta a livello europeo che analizza le tendenze dei nuovi lavoratori autonomi, punto di partenza per elaborare proposte destinate a governo europeo e nazionale.