Ti sei mai chiesto da cosa dipendono ricchezza e serenità economica?
Queste due variabili sono influenzate da una specifica educazione alla gestione dei flussi di denaro. Spesso, infatti, i problemi economici delle persone sono dovuti a una scarsa formazione in questo ambito. Tale mancanza è aggravata dai riflessi psicologici legati alla gestione del denaro: è difficile essere razionali nei confronti di qualcosa che controlliamo a stento ma che è necessario per vivere.
In nostro aiuto viene la teoria dei Quadranti del Cashflow dell’educatore finanziario Robert Kiyosaki, un insegnamento che può aiutare a comprendere meglio come vengono generati i flussi di denaro.
Sebbene la teoria originale faccia riferimento al mercato americano, in questa sede cercheremo di adattare questo sistema al mercato italiano.
I quadranti descrivono i quattro modi possibili per generare reddito, cioè flussi di ricchezza creati durante un certo periodo di tempo. Essi si suddividono in:
1. Lavoratori dipendenti o assimilati;
2. small business e self employed;
3. big business e smart business;
4. investitori.
Quadrante 1 – lavoratori dipendenti o assimilati
All’interno del primo quadrante del Cashflow si trovano tutte le persone che scambiano il proprio tempo per ottenere un reddito, accettando di lavorare per soggetti terzi.
La struttura mentale del lavoratore dipendente è ‘’ricorrente’’: sogna il posto fisso, un contratto a tempo indeterminato, poche responsabilità e uno stipendio costante mese dopo mese. Per questo i valori distintivi di questo quadrante sono la sicurezza e la stabilità, anche se oggigiorno è sempre più difficile parlare di sicurezza. Secondo alcuni studi, infatti, il 50% delle aziende presenti nei mercati borsistici americani non ci sarà più nei prossimi anni.
Nel nostro Paese questo quadrante risulta di gran lunga il più popolato, su 23,5 milioni di occupati circa 18 milioni sono lavoratori dipendenti.
Volendo fare una riflessione su questi numeri, si comprende come essi siano una diretta conseguenza della cultura italiana che fin da piccoli indirizza gli studenti verso un percorso lineare: finire gli studi con ottimi voti, trovare un bel posto di lavoro sicuro e lavorare sodo fino alla pensione.
Quadrante 2 – small business e lavoratori autonomi
Nel secondo quadrante del Cashflow si collocano individui con un’elevata competenza e che conoscono profondamente il loro settore.
Per esempio, tra di essi possiamo trovare l’avvocato che sceglie di mettersi in proprio aprendo uno studio privato, il proprietario della macelleria sotto casa o un consulente assicurativo.
Avendo un ottimo know-how nel loro campo, questi soggetti trovano difficoltà a delegare task ai propri collaboratori, mossi dalla convinzione che un buon lavoro può essere svolto unicamente da sé stessi.
La sfida più grande per i piccoli imprenditori è proprio quella di automatizzare il lavoro all’interno dell’azienda e divenire quasi irrilevanti per la stessa. Diversamente, essi si precludono alle proprie attività la possibilità di scalare e crescere.
Nel quadrante 2 si colloca quasi tutta l’imprenditoria italiana poiché, storicamente, circa il 90% delle imprese italiane sono micro e piccole imprese.
In questo caso il valore più importante è l’indipendenza.
A tal punto, sovente nel corso degli anni diverse persone si spostano dal quadrante 1 al quadrante 2. Il motivo che li spinge al cambiamento è proprio un desiderio di maggiore libertà, di maggiore indipendenza e di diventare autonomi mettendosi in proprio.
Se il quadrante 2, in molti casi, può offrire importanti prospettive di guadagno rispetto al quadrante 1, di converso può deteriorare la qualità della vita creando più stress a livello mentale. Poiché il livello di reddito percepito dipende da quanto tempo viene dedicato al lavoro, spesso il lavoratore autonomo è portato a lavorare più di un lavoratore dipendente per paura di perdere terreno nei confronti dei competitors.
Bisogna tenere a mente che in questo quadrante è però il lavoratore a possedere il business. Non bisogna pertanto comportarsi come se fosse il contrario!
Quadrante 3 – big business e smart business
Nel terzo quadrante si trovano gli imprenditori e i titolari di grandi aziende.
Il valore più importante in questo caso è la costruzione di valore e ricchezza aziendale nel lungo periodo.
Inoltre in questo quadrante, a differenza del precedente, gli imprenditori sono ben propensi ad assumere personale qualificato per svolgere il lavoro al loro posto.
A fronte di maggiori responsabilità, solitamente, corrispondono un maggiore reddito residuo, maggior libertà e tempo libero.
Ciò è possibile proprio perché l’imprenditore, delegando alcune attività, si serve delle competenze e del lavoro di altre persone.
Quadrante 4 – investitori
Nell’ultimo quadrante si collocano coloro che fanno lavorare il denaro per loro.
La struttura mentale dell’investitore è governata dalla valutazione degli investimenti: “Quanto mi rende questo investimento?”
Il valore più importante dell’abitante di questo quadrante è il raggiungimento della libertà finanziaria.
L’investitore cerca di ottenere un profitto investendo in modo intelligente le proprie disponibilità economiche. Insomma, denaro che genera altro denaro attraverso investimenti che possono essere di diversa natura.
Va da sé che per essere degli investitori si deve avere una liquidità economica da dedicare a progetti di terzi. Quindi il ciclo classico è lavorare, risparmiare e poi investire.
Questi soggetti non sono però un’entità a parte, poiché possono contemporaneamente risiedere anche negli altri quadranti precedentemente descritti.
Qual è la scelta migliore?
Il concetto fondamentale della teoria del Cashflow di Kiyosaki non è tanto quanto si guadagna ma, piuttosto, come si guadagna. Nei quadranti di sinistra le persone utilizzano il loro tempo per guadagnare, mentre le persone comprese nei quadranti di destra non utilizzano il loro tempo per guadagnare.
Occorre comprendere che chi vuole stare nel primo quadrante, considerando le dinamiche del mercato del lavoro attuale, presumibilmente non lavorerà tutta la vita per la stessa società e non svolgerà neppure la stessa mansione. Al contrario dovrà continuare a formarsi e magari un singolo reddito percepito per lui non sarà nemmeno sufficiente.
Per concludere non esiste a priori un’opzione migliore delle altre a livello oggettivo. Ogni quadrante ha i suoi pro e i suoi contro ed è importante avere consapevolezza del quadrante in cui ci si trova.
Tuttavia, nel contesto attuale, per la maggior parte dei soggetti probabilmente la situazione ottimale sarà quella di cercare di avere un equilibrio tra destra e sinistra.
P.S. Ora che conosci le regole del gioco, in quale quadrante del Cashflow vorresti stare?
Maurizio Ghisolfi